associazione culturale in Perugia dal 1986
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da Soriano a S. Martino al Cimino
Per chi vuole qualche grazia dal sovrano, aspra e lunga è la via del Vaticano;
ma se è persona accorta, corre da donna Olimpia a mani piene, e ciò che vuole ottiene.
E' la strada più larga la più corta. (Pasquino)
L'escursione è dedicata a una donna protagonista della storia di Roma del '600: Olimpia Maidalchini- Pamphili, nota anche come la Pimpaccia o la Papessa, in quanto comandava e contava più del papa. Figlia di un benestante uomo d'affari viterbese, che la volle destinare al convento, riuscì ad evitare la clausura accusando ingiustamente un sacerdote di tentata seduzione. Di carattere ribelle ed ambiziosa Olimpia sposò il facoltoso Paolo Nini, che solo tre anni dopo il matrimonio morì. Diventata perciò erede di un cospicuo patrimonio, scelse come secondo marito l'anziano Pamphilio Pamphili, di famiglia aristocratica impoverita, aggiungendo così ai soldi anche la nobiltà. Grazie al sostegno economico di Olimpia, il fratello del marito, Giovanni Battista, brillante avvocato di curia, venne eletto papa con il nome di Innocenzo X. Quando successivamente rimase vedova per la seconda volta, Olimpia ricevette dal cognato papa Innocenzo X nel 1645 la ormai chiusa Abbazia di San Martino al Cimino ed il titolo di Principessa di San Martino al Cimino. Prese a cuore il rinnovo del complesso abbaziale e assecondata da grandi architetti fra cui il Bernini e il Borromini, restaurò la chiesa, fece costruire un grande palazzo e rinnovò l'abitato secondo un disegno urbanistico illuminato, che ricalca la forma ovale di Piazza Navona a Roma, dotando il borgo di numerose strutture pubbliche quali lavatoi, forni, macelli, teatro, e piazza pubblica. Morì di peste nel 1657 a 66 anni, e fu sepolta sotto la navata centrale della Basilica di San Martino al Cimino.
Partenza: Perugia –Pian di Massiano parcheggio autobus, ore 8.00
Percorso in pullman: Perugia –Todi – Orte – Soriano – strada del Cimino
Percorso a piedi:
Si inizia a 763 m di altitudine, lungo la Strada del Cimino, dove imbocchiamo una comoda sterrata forestale che in graduale salita porta alla vetta del Monte Cimino (1053 m), il più antico e alto vulcano del Lazio. La parte sommitale, occupata in tarda 'età del bronzo da un importante abitato, è costituita da una straordinaria faggeta, più impenetrabile e più spaventosa che non siano state al mio tempo le foreste della Germania (Livio). Maestosi faggi plurisecolari, alternati da grossi massi lavici formano uno scenario di grande suggestione, set di alcuni celebri film come Il Marchese del Grillo di Mario Monicelli. Passiamo davanti al Sasso Naticarello, enorme macigno lavico rimasto curiosamente in bilico sopra una sporgenza rocciosa, naturae miraculum (Plinio il Vecchio), per poi procedere verso la cima dominata da una torretta moderna. Scendiamo dal versante opposto e dopo una breve digressione verso i straordinari massi trachitici, prendiamo un ripido sentiero che si innesta su una strada forestale, che seguiamo fino ad arrivare alla strada provinciale in prossimità della pinetina, polmone verde di Viterbo. Qui, in un' area attrezzata, in mezzo a grandi pini, facciamo la pausa pranzo.
Di pomeriggio si prosegue in mezza alla pineta, su un percorso piacevolissimo quasi pianeggiante, poi una leggera salita ci fa uscire dal bosco: il paesaggio cambia, il panorama si apre sulla grande pianura che da Viterbo si estende fino al mare. La vista spazia da Viterbo a Montefiascone, Lago di Bolsena, Montalto di Castro, all'orizzonte si distingue il Monte Amiata, il Monte Cetona, e, tempo permettendo, l'Argentario, l'Isola del Giglio e il mare.
L'ultimo tratto, in discesa, tocca bellissimi castagneti e ci porta in breve sulla provinciale sanmartinese, dove ci aspetta il pullman.
Concludiamo la giornata con la visita all'affascinante paese di San Martino al Cimino, racchiuso fra le sue mura del '600 ancora intatte, al complesso abbaziale e al museo dell'abate, ospitato all’interno dell’antico scriptorium dell'abbazia cistercense.
Interesse: naturalistico, paesaggistico e storico-artistico
Difficoltà: nessuna in particolare, il percorso si sviluppa su strade e sentieri ben tracciati, ma c'è possibilità di fango! Dislivello in salita (molto graduale): ca 300 m, in discesa (breve tratto ripido), ca 450 m; tempo di percorrenza ca 4.30' escluse le soste.
Abbigliamento: obbligatori scarponi, giacca a vento, k.way, copricapo, consigliati i bastoncini, ricambio da lasciare sul pullman.
Pranzo: al sacco
Ritorno a Perugia: intorno alle 19.00
Costo: da 13 a 15 euro per il pullman, a seconda del numero dei partecipanti, più un' offerta per la visita guidata al complesso abbaziale e al museo.