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Domenica 27 Febbraio 2005 ETRURIA La via Cassia Antica

associazione culturale in Perugia dal 1986
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Domenica 27 Febbraio 2005

ETRURIA

La via Cassia Antica

L’escursione intende ripercorrere un tratto della antica Via Cassia, una delle più importanti strade che si dipartiva dall’antica Roma, che partendo da Ponte Milvio arrivava a Siena. L’antica via non è sempre facilmente rintracciabile, in alcuni tratti l’attuale Cassia (Strada Statale 2) ripercorre più o meno lo stesso itinerario a volte anche sovrapponendosi; in altri l’antico itinerario è definitivamente perduto, in altri ancora è percorribile proprio sul suo sedimento o incontrando, nel camminare testimonianze della sua esistenza.

Il percorso che si propone inizia infatti nei pressi della Stazione FS di Capranica-Sutri essendo il tratto precedente, da Roma a quì, notevolmente antropizzato. Altri tratti della antica Via Cassia potranno essere proposti e percorsi nei prossimi anni.

Ritrovo e partenza: alle ore 7.45 precise da Perugia, piazzale del Bove

Percorso in autobus: Perugia, Orte, Viterbo, Stazione FS Caprinica-Sutri

Escursione: non lontano dalla stazione Fs di Capranica-Sutri inizia il percorso per lunghi tratti pianeggiante; superata la ferrovia un monumentale castagno ci indirizzerà verso Casale San Leonardo prima e verso una antica trincea che racchiudeva la strada: il percorso è su manto erboso con tratti di pini marittimi e noccioleti: qua e là emerge dal suolo la pavimentazione. Si raggiunge la via Doganale Oriolese e la moderna Cassia per inoltrarci rapidamente in un noccioleto che ci porterà alle Torri di Orlando: luogo di suggestiva bellezza con gli alti monconi di due torri funerarie romane e le rovine di una chiesa medioevale: fra questi ruderi passava la “nostra Via Cassia”. La leggenda narra che il leggendario nipote di Carlo Magno trovasse i natali in una vicina caverna. Per stradello sterrato che nasconde il basolato della via consolare, si raggiunge il Casale delle Capannacce, con accanto la piccola chiesa di S.Maria di Loreto, già antica mansio di Vicus Matrini, stazione di sosta citata negli itinerari stradali dell’epoca. Per sentieri e campi si giunge a frazione Botte, proseguendo poi per un tratto asfaltato sino al sentiero che ci condurrà a S.Maria di Forcassi, toponimo moderno dell’Antico Foro Cassio, ove si conclude la nostra escursione.

Difficoltà: il percorso, quasi totalmente pianeggiante, richiede almeno 6 ore di cammino

Interesse: naturalistico e storico.

Abbigliamento: sono obbligatori scarponi da trekking e ricambio.

Pranzo: al sacco.

Ritorno a Perugia: previsto intorno alle ore 20,00

Costo: 12-15 Euro a partecipante a seconda del numero degli iscritti 

SCHEDA DISTRIBUITA AI PARTECIPANTI

L’antica Via Cassia, a differenza delle altre strade consolari che partivano dalla Piazza del Campidoglio, ha il suo punto di inizio da Ponte Milvio (costruito nel 109 a.C.) e dopo 226 chilometri raggiungeva Siena. Non si conosce il nome del suo costruttore: le strade romane portano il nome del console o del censore che ne curò la realizzazione definitiva, ma a Roma ci furono consoli e censori di nome Cassio per almeno due secoli prima del 171 a.C. data alla quale si fa risalire quasi con certezza la costruzione o meglio la lastricatura definitiva della strada; il Cassio della Cassia non fu dunque colui che collegò per primo i vari tratti locali, ma il definitivo sistematore del tracciato: probabilmente C.Cassius Longinus, censore nel 154 a.C. o l’omonimo console del 127 a.C. In alcuni tratti, come attorno al Lago di Vico, la Cassia si sdoppiava; in altri si sovrapponeva a una seconda strada, forse più antica, che si chiamava con un nome diverso; come, per esempio, la Via Clodia che collegava Roma con località La Storta. E comunque l’antica via seguiva questo tracciato: Ponte Milvio, Sutri, Viterbo, Montefiascone, Bolsena, Acquapendente, Bagno Vignoni, Buonconvento, Monteroni, Siena. La Cassia entra in Siena da Porta Romana, l’imponente ingresso fortificato con merli e antemurale della città: ci si può dirigere verso Piazza del Campo seguendo Via Roma, percorrendo in questo modo gli ultimi metri della Cassia antica.

Sebbene la data di costruzione della Cassia sia molto incerta, sappiamo da Cicerone che alla fine dell’era repubblicana era perfettamente funzionante e che quando fu fondata Florentia nel 187 a.C. veniva utilizzata per i rapidi spostamenti almeno da mezzo secolo. Come tutte la altre vie romane anche la Cassia cercò di sfruttare le condizioni naturali del terreno adeguandosi alla sua morfologia mantenendosi quindi nel fondovalle e sugli spartiacque. Ma, dato che lo scopo era quello di consentire collegamenti a lungo raggio, i “costruttori” procedettero per quanto possibile in linea retta, edificando imponenti opere, ricorrendo a “tagliate” per ridurre i dislivelli o ad alti ponti per oltrepassare corsi d’acqua.

Come era già avvenuto per le altri consolari, anche per costruire la Cassia gli ingegneri romani si erano serviti di tracciati locali esistenti (in questo caso etruschi) privi però di direttrice logica, in quanti creati esclusivamente per i traffici tra le città etrusche, andando altresì a sostituire con consistenti opere in muratura (ad esempio archi) quelle originali in legno.       

L’antica via non è sempre facilmente rintracciabile, in alcuni tratti l’attuale Cassia (Strada Statale 2) ripercorre più o meno lo stesso itinerario a volte anche sovrapponendosi; in altri l’antico itinerario è definitivamente perduto, in altri ancora è percorribile proprio sul suo sedimento o incontrando, nel camminare, testimonianze della sua esistenza.

Il percorso che si propone inizia infatti nei pressi della Stazione FS di Capranica-Sutri essendo il tratto precedente, da Roma a quì, notevolmente antropizzato. Altri tratti della antica Via Cassia potranno essere proposti e percorsi nei prossimi anni.

CassiAppunti: di cinema

La Cassia come set naturale per molti film famosi: un viaggio metà reale, metà immaginario: unico legame tra questi due viaggi è la strada. Una strada già percorsa da tanti personaggi reali della storia italiana, ma anche da quelli di celluloide (forse questi ultimi reali quanto i primi).

Cominciamo con Fellini e un titolo emblematico, La strada (1954): la sequenza in cui viene ucciso il personaggio “Matteo” è girata alla Tomba di Nerone, sulla Cassia ancora romana.

Dieci anni, dopo, nella primavera del 1964, entra in lavorazione Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini. Le prime inquadrature girate furono quelle del battesimo di Gesù: il Giordano viene “ricreato” fra Orte e Viterbo in una fessura scavata da un torrente in mezzo alle rocce nei pressi della Torre di Chia che Pasolini poi acquisterà.

Proseguendo verso nord rincontriamo Fellini: i suoi Vitelloni (1953), vincitore del Leone d’Oro a Venezia venne girato in gran parte a Viterbo.

In Toscana, verso San Quirico d’Orcia e sotto il Monte Amiata, troviamo il pluripremiato agli Oscar: Il Gladiatore di Ridley Scott (2000). Le scene del rogo della casa del comandate romano, della strage della sua famiglia e del bambino travolto dai cavalli sono state girate a san Quirico d’Orcia. Anche le scene dei Campi Elisi sono state girate a pochi chilometri di distanza, a Terrapille, lungo la strada che porta a Pienza.

Già Pienza: scelta come set da Franco Zeffirelli per il suo Romeo e Giulietta (1968), vincitore del premio Oscar per la miglior fotografia e i costumi, in luogo della originale Verona. A Pienza è stato anche girato Il Paziente Inglese di Anthony Minghella, con Ralph Fiennes, Juliette Binoche e Willem Dafoe. Celebre il ricovero dell’agonizzante Lazio de Almansy affidato alle metodiche cure dell’infermiera Hana, girato a Sant’Anna in Caprena, un ex monastero benedettino datato 1400, distante cinque chilometri da Pienza.

I lunghissimi piani sequenza  di Nostalghia (1983), del regista russo Tarkovskij, magnificamente fotografati da Giuseppe Lanci sono girati in luoghi di estrema suggestione come Bagno Vignoni e San Galgano, che diventa co-protagonista della scena finale: sotto la neve l’abbazia gotica priva della copertura crea un magnifico effetto visivo che suggerisce l’infinito.

Ancora Franco Zeffirelli a concludere con il film biografico Fratello Sole, Sorella Luna (1971) girato in molte delle scena all’aperto in Val d’Orcia.

E torniamo al grande Federico Fellini, un vero appassionato della Via Cassia, che appare in meno di un anno (fra il 1953 e il 1954) in due dei suoi film. Secondo Moraldo Rossi, aiuto regista di Fellini a quei tempi, la Via Cassia è stata sempre presente, è sempre stata “la loro via”. Ripeteva Rossi con una certa nostalgia per il vecchio amico: “Fellini diceva che la Cassia era la strada più bella del mondo”.         

Organizzatori:  Fausto Luzi  Renzo Patumi