associazione culturale in Perugia dal 1986
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Albertino nacque - probabilmente da famiglia non nobile - a Montone attorno al 1216-1220. Di lui abbiamo scarse notizie. Il Martirologio romano recita: “Beato Albertino da Montone, eremita e priore di una comunità di eremiti, che preferì la solitudine agli onori cercò di conciliare città tra loro nemiche". Attorno al 1240, secondo una tradizione non documentata, lasciò Montone dirigendosi verso il Monte Catria: si fermò prima alla Badia di Sitria e poi alll’ Eremo di Fonte Avellana, di cui era nel 1265 Priore secondo un atto notarile conservato nell’ Archivio.
Come fu il viaggio di Albertino da Montone a Fonte Avellana non sappiamo, né quali strade percorse e dove si fermò: era però usanza allora fermarsi sia presso Pievi o complessi monastici, sia presso Molini, sia presso case coloniche, ma anche dormire all’aperto. I nostri percorsi incontrano probabilmente luoghi in cui si fermò Albertino.
L'itinerario si snoda quasi interamente su comode strade bianche o sterrate. Si parte da San Benedetto Vecchio, dopo avere visitato la chiesa del complesso abbaziale, ora privato. L’ Abbazia di San Benedetto Vecchio, conosciuta come "Sancti Benedicti prope Eugubium" è attestata almeno dal 1191: è quindi un possibile luogo di sosta di Albertino. Caratteristica della Chiesa è quella di essere stata costruita su tre navate e poi ridotta a due con qualche conseguenza di asimmetria. Con modeste salite su strade bianche e sentieri si raggiunge il Passo del Cardinale. Si scende poi alla chiesa di San Pietro e Paolo in Salia. Abbiamo notizie della Chiesa dai primi decenni del XIII sec.: è quindi possibile, ma non certo che esistesse al momento del viaggio di Albertino. Lungo le pareti c’erano le immagini dei dodici apostoli: quando qualcuno era malato e stava per approssimarsi alla morte la comunità si riuniva in preghiera accendendo una candela sotto ogni apostolo; la candela che per ultima si spegneva indicava l’apostolo che avrebbe accompagnato e protetto il malato o il moribondo. A Salia verso la fine del XIX sec. imperversava la “famigerata” Banda Zigo Da Salia. Si riprende a salire dolcemente per arrivare alla chiesetta di Caileto di Burano dove ogni anno l’ultimo sabato di settembre per la Festa della Madonna delle Rocche vengono accese le fiaccole che ogni famiglia ha preparato e allineato con dedizione all’esterno della chiesa. L'autobus ci attende poco sopra, lungo la strada provinciale.
La toponomastica – interpretata secondo alcuni un po’ arbitrariamente – e la memoria degli eugubini indicano un probabile insediamento veneto a seguito della fuga di alcune famiglie veneziane guidate da una nobildonna nel XIII sec. o dopo la battaglia di Lepanto (1571). Per strada racconteremo la storia della nobildonna veneziana, della Banda Zigo e l’origine della festa delle Rocche.
Obbligatori scarponi alti alla caviglia, abbigliamento adeguato alla stagione, ricambio da lasciare in auto. In alcuni tratti ci potrebbe essere fango, nel qual caso possono essere utili i bastoncini.
Quota autobus da 18 a 25 € a seconda del numero di partecipanti. Offerta per la visita della chiesa di San Benedetto Vecchio.
Un eventuale annullamento per numero insufficiente di partecipanti, maltempo o qualsiasi altra causa verrà comunicato in tempo utile per email a tutti i soci, che sono pregati di controllare la loro posta elettronica, oppure di consultare il sito di Naturavventura. In mancanza di comunicazioni l’iniziativa si svolgerà come da presente programma.
L’iniziativa è riservata ai soci in regola con il pagamento della quota associativa dell’anno in corso.