associazione culturale in Perugia dal 1986
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Sull’origine del nome Panico non ci sono certezze: potrebbe derivare dal termine “paníco”, un antico cereale coltivato ad alta quota, oppure dal dio Pan, satiro legato alla natura selvaggia, oppure ancora dall’aggettivo “paganico o pagano”.
Sappiamo che in molti luoghi dei Monti Sibillini venivano celebrati culti pagani, basti pensare alla Grotta della Sibilla e il Lago di Pilato. Nel medioevo la valle veniva chiamata anche Valle Pagana, perché, seconda la tradizione, in un tempietto sopra le fonti si adoravano gli dei pagani. I Benedettini della vicina Abbazia di S. Eutizio vi eressero la cella monastica detta S. Angelo in Paganico, di cui però non ci sono più tracce.
Tuttavia non è soltanto l’atmosfera magica della valle con le sue sorgenti che ci affascina, ma anche lo strettissimo legame che esiste fra l’acqua e il paese di Ussita. L’abbondante flusso che va a formare il torrente Ussita è stato una risorsa determinante per tutta la zona fin dai tempi più remoti.
Dal medioevo fino all’800 erano attivi ben cinque mulini, fra cui anche delle gualchiere per la manifattura e tinteggiatura della lana. Già nel 1928 venne realizzata una prima centralina idroelettrica in località Vallazza, grazie all’interessamento del cardinal Pietro Gasparri, segretario di Stato del papa e nativo della frazione Capovallazza. Conosciuto in tutto il mondo per aver sottoscritto insieme a Benito Mussolini i Patti Lateranensi nel 1929, non si scordò mai del suo umile paese d’origine: oltre alla centrale idroelettrica fece costruire lavatoi, vasche per l’allevamento di trote, il palazzo comunale e un cimitero all’interno delle mura dell’antico Castel Fantellino, dove, dopo una lunga e brillante carriera ecclesiastica internazionale, ha voluto essere sepolto.
Intorno ai primi anni ’70 la S.I.BE. Srl ha iniziato a captare l’acqua delle sorgenti di Panico, per la produzione di aranciata e bibite gassate. Dagli anni ‘80 l’azienda si dedica esclusivamente all’imbottigliamento dell’acqua minerale Roana. (notizie tratte da www.comune.ussita.mc.it)
Parcheggiate le macchine in zona Calcara (bivio Casa Salesiana - 930 m) si imbocca la sterrata che in moderata ma costante salita percorre tutto il versante meridionale del torrente Ussita. Siamo nella zona boscosa sotto l’imponente massiccio del Monte Bove Nord, che ci sovrasta sulla nostra destra. A sinistra invece la vista spazia sui monti dirimpettai: Pizzo Tre Vescovi, la sella del Fargno e il Monte Rotondo sotto il quale è adagiato il piccolo paese di Casali. Lungo il percorso troveremo abbondanti tracce di frane ed alcuni massi enormi caduti giù dalla cima del Bove a seguito del terremoto del 2016.
Raggiunta la testata della stretta valle scavata dal torrente (1240 m), si apre davanti a noi la Val di Panico, un susseguirsi di pascoli e prati fioriti che si arrampicano fino alle alte quote dei Monti Sibillini: Pizzo Tre Vescovi, Pizzo Berro e la Forcella della Neve. Dal fontanile saliamo ancora un altro po’ fino alle Sorgenti di Panico (1280 m), le cui acque vengono captate per l’imbottigliamento a valle.
Nei pressi di una piccola cascatella, al fresco, è prevista la sosta pranzo.
Scendiamo per la sterrata che percorre il versante opposto di quello dell’andata fino ad arrivare a Casali (1080 m), dove davanti alla chiesetta romanica dedicata ai Santi Vincenzo ed Anastasio, purtroppo molto colpita dal recente sisma, sotto l’ombra di un ippocastano centenario, faremo una breve sosta.
Proseguiamo per strada asfaltata (franata nel 2016 e tutt’ora non transitabile) per ca 1 km, imboccando poi a sinistra un piccolo sentiero che in mezzo al bosco scende ripidamente verso il torrente Ussita, con brevi tratti scomodi. Sbuchiamo a Capovallazza, la frazione di Ussita dove nel 1854 nacque il futuro cardinale Pietro Gasparri. Con una breve passeggiata lungo il torrente arriviamo al Bar Due Monti nel centro di Ussita.
L’itinerario richiede una buona condizione fisica; sviluppandosi per la maggior parte su strada sterrata, non presenta particolari difficoltà, ad eccezione del ripidoverso le 19.30 – 20.00 sentiero finale per Ussita, a brevi tratti un po’ sconnesso, che richiede molta attenzione.
Oltre ai dispositivi di protezione (dpi) obbligatori scarponi da trekking, opportuni i bastoncini, specialmente per l’ultimo tratto in discesa per Ussita. Abbigliamento adeguato al clima: consigliati cappellino, occhiali da sole, creme solari, ecc.
Si comunica che, causa Covid19, il numero massimo di partecipanti non potrà superare le 20 unità.
costo del carburante da dividere fra i componenti dell’equipaggio.
Un eventuale annullamento per numero insufficiente di partecipanti, maltempo o qualsiasi altra causa verrà comunicato in tempo utile per email a tutti i soci, che sono pregati di controllare la loro posta elettronica, oppure di consultare il sito di Naturavventura. In mancanza di comunicazioni l’iniziativa si svolgerà come da presente programma.
L’iniziativa è riservata ai soci in regola con il pagamento della quota associativa dell’anno in corso.