associazione culturale in Perugia dal 1986
Casella Postale n° 73 - 06132 San Sisto (PG)
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Il regno vegetale fu "Il sacro" per eccellenza fin dalle epoche più arcaiche. Il bosco, dal Neolitico alla fine del Medioevo era per gli uomini lo spazio del mistero, delle potenze divine e su questa soglia sacra che tutto proteggeva, il contadino arcaico che dissodava le pianure arrestò le sue imprese profane. l primi santuari degli uomini furono i boschi: la parola greca 'nemeton' indica foresta e santuario. (...)
Nel Medioevo il bosco comincia ad essere ad un tempo lo spazio indispensabile per prolungare i campi, ma mantiene ancora la santità arcaica: la foresta è preziosa, riserva di vita e selvaggina, terreno di raccolta; di estrazione del legno.
Al tempo stesso è frontiera e rifugio per gli eremiti e gli emarginati, servi fuggitivi, avventurieri, briganti. I cavalieri incontrano nel bosco tentazioni e avventure, esseri magici e damigelle da salvare, bambini perduti, orchi, streghe e fantasmi. (...) Chi si reca nel bosco con i sensi desti e l'anima ricettiva coglie la magia della luce che filtra tra gli alberi, il mormorio dei ruscelli, il canto degli uccelli ed esclama come il poeta Esiodo: "Questo luogo è sacro".
Distruggere i boschi è un reato contro la sacralità più profonda della natura, è un affronto alla vita indistruttibile e all'eterno ciclo vitale.
IL BOSCO SACRO di Cecilia Gatto Trocchi (da "Il Forestale" n. 28/2005)
il percorso si apre dalla Chiesa di San Pietro (390 m), porta d’ingresso per i viaggiatori che vengono dal sud lungo la Via Flaminia; sempre emozionante la facciata con i bianchi bassorilievi romanici.
L’itinerario si snoda lungo un bosco di latifoglie con una iniziale dolce salita. Usciti dal bosco una breve ma ripida salita ci aspetta circondati da cespugli di ginestre fiorite e con un bel panorama sulla Val Serra e sui Monti Martani.
Al termine della salita si giunge alla chiesa romanica di San Giuliano, dove nel VI sec. il siriaco Isacco si ritirò in eremitaggio, seguito successivamente da numerosi monaci. Da qui si gode di un’ampia vista sulla città di Spoleto per intero, con tutte le stratificazioni storiche e la posizione particolarmente strategica.
Dopo una breve sosta nel verde, si riprende il cammino che riparte vigorosamente in salita per qualche centinaia di metri. Raggiunto un quadrivio si prosegue lungo un sentiero pianeggiante che ci porta al pianoro di Monteluco (800 m).
Sosta pranzo in un’area parco con tavoli e fontanelle per il rifornimento d’acqua.
Dalla zona parco si riprende un sentiero nel bosco, la cui discesa non è particolarmente ripida ma richiede attenzione per il fondo sassoso e un po’ disconnesso. Passeremo attraverso una delle pendici del monte, ricca di anfratti e grotte, che hanno accolto anch’esse i primi eremiti. Oggi gli eremi, divenuti proprietà private o residenze d’epoca, sono difficilmente visitabili, soprattutto in questo particolare momento. Si continua la discesa fino ad arrivare al Fortilizio dei Molini e quindi al parcheggio della Chiesa di San Pietro.
Nel corso dell’escursione avremo modo di ascoltare brani musicali eseguiti da un giovane violoncellista.
oltre ai dispositivi di protezione (dpi) obbligatori scarponi da trekking, opportuni i bastoncini. Abbigliamento adeguato al clima e alla tipologia del percorso.
causa Covid19, il numero massimo di partecipanti non potrà superare le 20 unità.
costo del carburante da dividere fra i componenti dell’equipaggio. Offerta (minimo 5 euro) per l’evento musicale.
Un eventuale annullamento per numero insufficiente di partecipanti, maltempo o qualsiasi altra causa verrà comunicato in tempo utile per email a tutti i soci, che sono pregati di controllare la loro posta elettronica, oppure di consultare il sito di Naturavventura. In mancanza di comunicazioni l’iniziativa si svolgerà come da presente programma.
L’iniziativa è riservata ai soci in regola con il pagamento della quota associativa dell’anno in corso.