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Domenica 25 agosto 2024

PARCO NAZIONALE DEI MONTI SIBILLINI

Il monte Vettore da Forca di Presta

Il Monte Vettore

Dal latino "victor", «vincitore», in quanto supera gli altri monti della Catena, con i suoi 2.476 metri di altitudine è il rilievo montuoso più alto del massiccio dei Monti Sibillini e tra le cime più importanti dell'Appennino. Il Vettore è la montagna più alta e riconoscibile delle Marche, in quanto la cima più alta del gruppo montuoso ricade nel comune di Arquata del Tronto (provincia di Ascoli Piceno), e anche del Parco nazionale dei Monti Sibillini. All'ombra della vetta è presente un circo glaciale che ospita il piccolo Lago di Pilato, unico lago naturale della regione Marche.

Situato nell'appennino umbro-marchigiano al confine tra Umbria e Marche, il gruppo del Vettore presenta tre versanti ricadenti in comuni diversi: quello occidentale di Norcia (Umbria), quello meridionale di Arquata del Tronto e quello orientale di Montegallo (Marche); la cresta nordovest si collega alle altre cime dei Monti Sibillini delimitando lo spartiacque Tirreno-Adriatico. Sul lato nord, il gruppo risulta diviso dalla Valle dell'Aso, fiume che nasce a Foce di Montemonaco. Visto dall'alto, infatti, il gruppo montuoso ha una caratteristica forma ad "U" che comprende diverse cime, seguendo l'arco da ovest a est: Quarto San Lorenzo, Cima del Redentore (2.448 m), Pizzo del Diavolo (2.410 m), Cima del Lago (2.423 m), Monte Vettoretto (2.032 m), il Vettore stesso e Monte Torrone (2.102 m).

La vetta principale offre una vista molto ampia che raggiunge tutte le regioni dell'Italia centrale: oltre alla vista sulle altre cime dei Sibillini e dell'appennino umbro-marchigiano, è possibile infatti ammirare i Monti della Laga e il Gran Sasso a sud-est, il Terminillo a sud-ovest, i Monti Gemelli, il litorale marchigiano fino al Mare Adriatico ad est; nelle giornate limpide è facile scorgere altri massicci dell'Abruzzo come il Velino e la Maiella, ma anche alcune montagne del versante tirrenico come l'Amiata e il Pratomagno in Toscana e il Cimino nel Lazio. Nelle limpide giornate invernali dalla cima del Vettore guardando verso est è possibile scorgere le cime innevate delle Alpi Dinariche nei Balcani.

A ovest è però la Cima del Redentore a dominare il panorama, affacciandosi sull'altopiano di Castelluccio di Norcia. Sul lato sud, presso la Forcella delle Ciaule, si trova il rifugio Tito Zilioli (2.238 m s.l.m.); che è stato ricostruito a seguito del sisma del centro Italia ed è attualmente gestito dal C.A.I.. Il rifugio può essere utilizzato richiedendo le chiavi alla sezione CAI di Ascoli Piceno, nel periodo compreso tra il 1° maggio ed il 30 ottobre. Nei pressi del rifugio crescono le stelle alpine di varietà appenninica. Alla testata della Valle dell'Aso, sotto la parete del Pizzo del Diavolo, si scorge dalla vetta il Lago di Pilato a 1.941 metri di quota. Sebbene sia alimentato principalmente dalla fusione delle nevi e le sue dimensioni massime non superino i 400 metri in diametro, questo piccolo lago di origine glaciale è di grande interesse tra i naturalisti e i biologi, ospitando tuttora un endemismo peculiare: il Chirocefalo del Marchesoni, una specie autoctona di gambero dal colore rossastro che raggiunge una lunghezza di 9–12 mm.

La storia di Tito Zilioli

Tito nasce ad Ascoli nel 1934. Appassionato e grande esperto di montagna, nel 1958, a soli 24 anni, il 30 marzo tenta insieme a tre compagni d’avventura (Pinetta Teodori, Claudio Perini e Francesco Saladini) di risalire, in invernale, la via del canalino del Vettore.

Il tempo, durante la loro avventura, non si dimostra clemente: il freddo si fa sempre più acuto, misto a raffiche di vento e neve. Tito sembra assente e rimane indietro rispetto agli altri, che cominciano la discesa. Le condizioni del ragazzo peggiorano: in stato di confusione, crolla a causa del freddo. Il suo corpo viene abbandonato dai compagni d’avventura prima del Vettoretto, dove ora c’è una croce a lui intitolata, e recuperato il giorno seguente.

Il rifugio è stato, così, intitolato a questo giovane, tra le figure miliari della storia dell’alpinismo ascolano. Da quello che sappiamo, inizia a frequentare la montagna nel 1953; nel gennaio 1955 sale con Francesco Saladini al Vettore per la direttissima e, nell’estate, con lui e Gigi Gaspari al Gran Sasso, prima sul Corno Grande poi sul Piccolo per la Danesi. Percorre, poi, tutte le vie della palestra ascolana del Dito del Diavolo e ne apre una nuova. Da quel momento, i risultati alpinistici, soprattutto sul Gran Sasso, si susseguono fino alla sua, purtroppo prematura, morte.

 

 

Non eravamo dominati che dal cielo

(tratto dal libro di Michele Sanvico)

La mattina del 29 agosto, alle 4, i soci del Club Alpino Italiano si mettono in marcia in direzione del Monte Vettore: “era una giornata incantevole”, racconta Lucia Rossi Scotti in una lettera del 1879, “quei monti avevano scongiurato la nebbia per farsi da noi ammirare in tutta la loro maestosa magnificenza. Il desiderio di acquistare grate memorie, l’energia che sentivo in me, l’ottima compagnia mi dettero la forza di compiere questa faticosa ascensione. Non eravamo dominati che dal cielo e si scorgeva quanto orizzonte può comprendere l’occhio umano. La grandiosità dello spettacolo che si presentava al mio sguardo m’innalzava a Dio, la profondità degli abissi che mi circondavano m’attirava a se, e manteneva l’equilibrio fra cielo e terra; fu un momento per me di estasi che mi sarà caro ricordo finché avrò vita”.

Ritrovo e partenza:  ore 6,45 da Perugia parcheggio Borgonovo, ore 7 da Ponte San Giovanni piazza del Mercato. Sosta colazione Norcia.
Mezzo di trasporto:  mezzi propri
Rientro a Perugia:  ore 19 circa
Percorso in pullman/macchina:  Percorso in auto: Perugia, Foligno, Spoleto, statale Valnerina, Norcia, Pian Grande, Forca di Presta. Circa 120 km.
Organizzatori:  Claudio Tiriduzzi  Giampiero Bianchi  
Descrizione itinerario a piedi

Da Forca di Presta si segue il segnavia 101. Dal valico si imbocca l’ampio sentiero sassoso indicato dalla palina segnavia; si sale decisamente per ampie praterie, tenendosi nei pressi della cresta spartiacque e aggirandone i dossi in genere sul versante umbro. La salita si fa poi più ripida, con alcuni tornanti; un dosso più cospicuo viene contornato sul versante marchigiano con un lungo traversone. Si giunge così ad una selletta (quota 1923), dove sorge la Croce Zilioli.

Si aggira il Monte Vettoretto sul lato umbro, con alcuni tratti abbastanza ripidi, poi si sbuca sull’ampia sella pianeggiante subito a monte.

L’arrotondata cima del Monte Vettoretto (2051 m), segnalata da una piramide di pietre, può essere raggiunta con una brevissima deviazione a destra.

Il sentiero prosegue in salita dolce in diagonale lungo un ripidissimo versante di erba e ghiaie. Più in alto la traccia si impenna improvvisamente e supera alcune rampe molto ripide in cui scalini di legno aiutano la salita. Dopo un altro tratto in diagonale non molto ripido, si piega a sinistra e si raggiunge il Rifugio Zilioli, posto sull’ampia Sella delle Ciáule (2254 m).

Trascurando i sentierini per la Cima del Redentore ed il Lago di Pilato si imbocca l’ampio sentiero segnalato che si dirige verso l’evidente cupolone sommitale del Monte Vettore. Si attraversa in piano la Sella delle Ciàule, poi si risale direttamente un faticoso costone di ghiaie e rocce rotte. Il sentiero poi prende quota con vari tornanti, portandosi nei pressi di una grande croce; la si lascia a destra e, risalendo per ghiaiette ancora qualche decina di metri, si raggiunge la vetta del Monte Vettore (2476 m).

Difficoltà:  E
Lunghezza percorso:  ca 11 km
Dislivelli:  940 m in salita e discesa
Ore di cammino escluse le soste:  ca 5.00 ore
Traccia GPX:  20240825Forca di Presta M_Vettore NA.gpx Scarica file GPX Visualizza percorso
Interesse:  Naturalistico, paesaggistico
Pranzo:  al sacco - portare adeguata scorta di acqua
Indicazioni utili

Abbigliamento: obbligatori scarponi alti fino alla caviglia, kway, giacca a vento o felpa, capellino,  crema solare, ricambio da lasciare in macchina

Quota di partecipazione individuale

la spesa del carburante da dividere fra i membri di ciascun equipaggio

Un eventuale annullamento per numero insufficiente di partecipanti, maltempo o qualsiasi altra causa verrà comunicato in tempo utile per email a tutti i soci, che sono pregati di controllare la loro posta elettronica, oppure di consultare il sito di Naturavventura. In mancanza di comunicazioni l’iniziativa si svolgerà come da presente programma.

L’iniziativa è riservata ai soci in regola con il pagamento della quota associativa dell’anno in corso.