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Domenica 26 maggio 2024

APPENNINO

Conoscere il Monte Nerone e il Monte Cardamagna

Il Mappamondo di Orfeo (ved. allegato)

MONTE NERONE - ASPETTI GENERALI

Il Monte Nerone è senza dubbio una della montagne più interessanti dell'Appennino, raggiungibile da Perugia attraverso il valico di Bocca Serriola, passando poi per Apecchio si arriva alla cittadina di Piobbico, il centro abitato che sorge ai piedi del Monte Nerone. Trovandosi la zona in un corridoio che collegava Mar Adriatico e Mar Tirreno tramite il valico di Bocca Serriola ha facilitato il nomadismo preistorico per raggiugere i due mari. Numerosi oggetti di terracotta di uso domestico, utensili e resti di pasto  testimoniano la prima presenza umana verso il tardo neolitico (V – VI millennio A.C.). Un consistente sepolcreto risalente al V-VI sec con ricco corredo di uso comune e militare fu scoperto nel 1877-78.

Testimonianze romane furono rinvenute negli anni trenta e la presenza di Longobardi e di Franchi dal V – VIII secolo è rivelata dal ritrovamento di documenti risalenti al XI secolo. Il Monte Nerone dall'ottavo secolo fu popolato da monaci in cerca di luoghi adatti alla meditazione. Primi fra tutti furono i benedettini ad edificare monasteri, seguiti dai camaldolesi. Numerosi furono gli eremi, i cenobi ed i romitaggi eretti per la pratica dell'ascetismo, la ricerca della pace interiore ed il contatto con Dio ed un adempimento più fedele della sua volontà.

Nel Medioevo le famiglie si divisero il territorio, gli Ubaldini presenti ad Apecchio mentre i Bracaleoni furono i signori di Piobbico per più di seicento anni.

I Brancaleoni che si stabilirono nelle terre ai piedi del Monte Nerone intorno all'anno mille e nel 1213 fondarono la contea, avevano la loro residenza a Piobbico nel castello fortificato, nel 1500 l'edificio fu trasformato in sontuoso palazzo.

Ogni famiglia aveva più castelli per governare i propri territori, scendendo da Apecchio a destra ed sinistra della strada ogni cucuzzolo è adornato dai ruderi di questi fortilizi.

Il monte Nerone che oggi ci appare non è certamente quello del passato, ricoperto come era da fitti boschi, le praterie della sommità vennero create dall' uomo per

l'allevamento del bestiame così come le radure coltivate che si vedono alle pendici furono ottenute nello stesso modo.

La vita della gente comune che abitava questo territorio era essenzialmente legata alla terra: sfruttavano i boschi per il legname e per la trasformazione dello stesso in carbonella ed inoltre erano dediti alla pastorizia.

Alcuni anziani carbonai fino agli anni 80 seguitarono a produrre carbonella in località del fondovalle stupendo per la capacità di edificare e governare la combustione delle cataste di legna a forma di cono. Tutto ciò però non aveva niente a che vedere con la dura vita dei loro avi, costretti a lavorare ad altitudini elevate.

Ritrovo e partenza:  ore 7.15 da Perugia parcheggio Borgnovo; ore 7.30 Ponte San Giovanni piazza del Mercato - formazione equipaggi - colazione ad Apecchio
Mezzo di trasporto:  mezzi propri
Rientro a Perugia:  verso le 18.30
Percorso in pullman/macchina:  Perugia - Città di Castello - Bocca Seriola - Piobbico
Organizzatori:  Alvaro Berligi  Paolo Alunni  
Descrizione itinerario a piedi

Il Monte Cardamagna (962 m) è un rilievo ai piedi del Monte Nerone, si accede al sentiero che percorreremo dalla strada che collega Apecchio a Piobbico.

   

I ruderi attuali del vecchio mulino e il mulino nel 1989

Si parte dalla località Sassorotto (389m) nelle vicinanze dell' omonima sorgente e del torrente Biscubio. La prima parte del percorso si svolge in un tratto di carrabile (sentiero 31) scavato nella roccia che anticamente era l'unico modo di raggiungere Serravalle di Carda. Percorso circa un chilometro troveremo sulla sinistra uno stretto sentiero che conduce ad un vecchio mulino (483 m) in attività fino agli anni 50, oramai ridotto a rudere ed al quale è meglio non avvicinarsi, ma molto interessante per la modalità di captazione dell'acqua dal vicino torrente. Superato facilmente un guado nei pressi del mulino inizierà l'ascesa verso la Sella della Valla (876 m). Proseguendo, dal mulino seguiremo in parte il sentiero 31 dove troveremo brevi tratti esposti e poi il 33 quasi tutto all'ombra del bosco, l' ultimo chilometro per arrivare a Ca Rossara (605 m), oggi ristrutturata in struttura ricettiva, cammineremo su strada cementata in ripida salita;  arrivati al casolare la fatica sarà ripagata dal panorama che potremo ammirare. Tra Ca Rossara ed il Monte Nerone vedremo la profonda forra dell'Eremita ricoperta dal bosco e ricca di spumeggianti cascatelle e trasparenti gorghi dove in estate gli escursionisti vanno alla ricerca di gradevole frescura.

Rinfrancati da una rigenerante sosta, tramite una carrareccia, sentiero 32, per la maggior parte in falsopiano ed ombreggiata, proseguiremo fino a raggiungere il sentiero 31 sulla destra che porta con tratti esposti fino alla Sella della Valla (876). Il panorama che si gode dalla sella ci farà apprezzare la maetosità del Monte Nerone che con la sua mole sembra proteggere il Cardamagna. Faremo qui un'ulteriore sosta prima di affrontare la discesa che ci riporterà al Sassorotto. Ripreso il cammino, sentiero 31, e superato un dislivello in discesa con molta attenzione, troveremo tratti esposti del sentiero stesso ed incontreremo una sorgente e cavalli allo stato brado prima di addentrarci nel bosco. Una volta entrati nel bosco dalle sue aperture sul versante opposto potremo ammirare in lontananza nei pressi del paese di Colombara un globo azzurro con disegnati oceani e continenti senza confini di dimensioni ragguardevoli con un altezza di nove metri e la circonferenza di 30 metri.

E' l'opera di Orfeo Bartolucci che da solo volle costruire il mappamondo più grande del mondo dedicandolo alla pace ed alla fratellanza universale tra i popoli.

Venne inaugurato nel 1988 ed entrò nel guinnes dei primati .

Dopo esserci soffermati a vedere il mappamondo riprenderemo la discesa fino ad incontrare ad un bivio a destra di nuovo un tratto del sentiero 33, una volta lasciato, incontrando una strada cementata in discesa di circa 1,5 chilometri arriveremo al Sassorotto dove avrà fine la nostra escursione.

Difficoltà:  E - escursionistica.
Lunghezza percorso:  ca 15 km
Dislivelli:  500 m in salita e discesa
Ore di cammino escluse le soste:  ca 5 ore
Interesse:  paesaggistico, geologico e faunistico con la possibilità di poter osservare la fauna nei boschi e la maestosa aquila reale volteggiare nei cieli del Nerone
Massimo numero di partecipanti:  30
Pranzo:  al sacco
Indicazioni utili

Abbigliamento: obbligatori scarponcini alti alla caviglia e bastoncini fortemente consigliati a causa dei tratti esposti.

 Il percorso è per la maggior parte formato da carrarecce e sentieri praticabili, per un altra parte da brevi tratti esposti nei quali occorre fare molta attenzione e camminare molto ravvicinati,Il percorso è per la maggior parte formato da carrarecce e sentieri praticabili, per un altra parte da brevi tratti esposti nei quali occorre fare molta attenzione e camminare molto ravvicinati, una parte residuale è su strada cementata.

Il guado del mulino in condizioni normali è facilmente percorribile, sarà cura degli organizzatori andare a verificarne le condizioni il venerdi precedente l'escursione.

Le condizioni del rudere del vecchio mulino sono tali da sconsigliare di avvicinarlo.

Portrare una adeguata scorta d'acqua, (1,5 l) alla sorgente non ci sono indicazioni di potabilità.

Quota di partecipazione individuale

Il costo del carburante da dividere fra i membri di ciascun equipaggio

Un eventuale annullamento per numero insufficiente di partecipanti, maltempo o qualsiasi altra causa verrà comunicato in tempo utile per email a tutti i soci, che sono pregati di controllare la loro posta elettronica, oppure di consultare il sito di Naturavventura. In mancanza di comunicazioni l’iniziativa si svolgerà come da presente programma.

L’iniziativa è riservata ai soci in regola con il pagamento della quota associativa dell’anno in corso.