PIU' A PIEDI CHE IN TRENO

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PIU' A PIEDI CHE IN TRENO 
(11 febbraio 2007)
di Giancamillo

 

Carlo Arconi con perizia
una gita ci organizza

Lui la mostra ci propone
dedicata a Jacopone

E un bel giro nel Tuderte
tra colline e valli aperte

Perché il tutto sia più ameno
ci fa fare il viaggio in treno

Via! Si parte da S. Anna
o da Ponte S. Giovanni

"C'è il ritorno?" "Beh, direi!
Basta esser lì alle sei"

Quando scendi a Ponte Rio
guardi in alto e dici: "Oddio!"

Sali a Todi col fiatone
mentre pensi a Jacopone

Perché questo sacrificio
vale quanto il suo cilicio

Al museo, infangati e zitti
ammiriamo i manoscritti

Poi dal borgo medievale
riscendiam verso la valle

Mentre passano i minuti
raggiungiamo Pontecuti

Proseguiamo lungo il fiume
zigzagando tra il pattume

Fino a Pian di S. Martino
per un rapido spuntino

Con l'assillo dell'orario
trotta il gruppo temerario

e serpeggiano già i dubbi
mentre sale a Cecanibbi

E poi su a Montemolino
da espugnar come un fortino

I chilometri son tanti
gira gira, più di venti

Sì, ma ancor non v'è certezza
di montare su in carrozza

Quando siamo a Pian di Porto
mal di piedi e fiato corto

"Uno sforzo, manca poco
che siam quasi giunti in loco!"

Ma potevano avvertirci
che non ferma il treno a Ilci!

Come rivoluzionari
ci mettiamo sui binari

E speriam che il conduttore
non sia preda del torpore

Eccolo! Yuhuuu! Che festa!
Sì, rallenta e poi si arresta!

Uno scatto repentino
e montiam sul predellino

Sprofondando sui sedili
stanchi e un po' rincitrulliti

Che giornata assai serena
ma vissuta col patema!

'N gita 'ncol' F.C.U.
caro Carlo, 'n ce vo' più!

 

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